domenica 2 settembre 2018

RECENSIONE 'SUSPIRIA' DI L. GUADAGNINO. F. FERZETTI, "Suspiria", un remake ambizioso e confuso, L'ESPRESSO, 1 settembre 2018

Mettiamola giù così con una battuta, tanto per far incazzare subito tutti quanti (o quasi). Ma se il tanto atteso Suspiria di Guadagnino è in concorso a Venezia, un grande horror d’autore come il trascuratissimo Hereditary, in sala da quest’estate nella distrazione di quasi tutta la stampa nazionale, dove doveva andare?

immagine dal sito Iodonna.it

https://www.iodonna.it/personaggi/cinema-tv/2018/09/01/venezia-2018-suspiria-recensione-luca-guadagnino-tilda-swinton-dakota-johnson/?refresh_ce-cp

domenica 26 agosto 2018

RECENSIONE 'TITO E GLI ALIENI' DI P. RANDI. M. FAGOTTO F. 26 agosto 2018

Un film singolare, coraggioso e commovente. Così mi è sembrato TITO E GLI ALIENI, la cui regista, alla seconda sua prova, si chiama Paola Randi.
Singolare in quanto la fantascienza non è certo un genere tradizionale a casa nostra; coraggioso perchè tenta, appunto, di percorrere strade inconsuete mescolando commedia, fantasy, soprannaturale, ecc.; commovente perchè tocca questioni ancestrali (la devozione all'amore eterno; il dialogo con i morti) pur in una cornice iper-tecnologica.


mercoledì 1 agosto 2018

INTERVISTA CON Y. LANTHIMOS REGISTA DE "IL SACRIFICIO DEL CERVO BIANCO". G. COUTAUT, Entretien avec Yorgos Lanthimos, FILM DE CULTE, 26 marzo 2013

Révélé par Canine, Yorgos Lanthimos, invité d'honneur du Festival de Bordeaux, est revenu avec un nouvel ovni primé à la Mostra de Venise. Alps raconte l'histoire glaçante et farfelue d'une improbable société secrète où les vivants prennent la place des morts. Rencontre avec le chef de file de la nouvelle vague surréaliste grecque !


FilmDeCulte : Bunuel, cinéaste auquel il est arrivé qu’on vous compare, disait que révéler un mystère c’était comme violer un enfant. C’est une conception du cinéma dans laquelle vous vous retrouvez ?

Yorgos Lanthimos : (Rires) Euh oui ! Je crois que je vois ce qu’il veut dire, même si en ce qui le concerne, on n’est jamais sûr. J’essaie toujours de faire les films que j’aimerais voir en tant que spectateur, j’essaie de traiter les spectateurs de la manière dont j’aimerais être traité. Cela guide chacun de mes choix, aussi bien dans la structure, dans la narration ou dans le scénario. Je trouve toujours ça beaucoup plus intéressant de faire confiance au spectateur et de le laisser faire une partie du travail. Qu’il regarde le film et qu’il le laisse mûrir dans son esprit pour éventuellement y trouver de nouveaux éléments. Je préfère les films mystérieux, qui ne donnent pas trop de détails ou d’informations sur l’histoire ou les personnages. Comme dans la vraie vie : on voit de choses incroyables et pourtant on ne connait ou comprend presque rien de ce que à quoi l’on peut assister. Je trouve ça beaucoup plus intéressant qu’une fiche de lecture explicative. En tant que spectateur je veux être actif, c’est donc comme ça que j’appréhende mes propres films.
http://www.filmdeculte.com/

https://info.arte.tv/fr/cinema-mise-mort-du-cerf-sacre-de-yorgos-lanthimos

lunedì 23 luglio 2018

APPUNTI SU ANTONIONI. di M. FAGOTTO F.

Nei primi film, da "La signora senza camelie" a "Deserto rosso", il tentativo di A. sembra essere quello di allargare gli orizzonti di una società e di una mentalità costrette a restare all'interno di margini ristretti e limitati.
VEDI ANCHE: https://davidnilsenwriter.com/2015/04/03/zabriskie-point-1970/



giovedì 12 luglio 2018

CINEMA E STORIA. 1945. UN FILM UNGHERESE DI F. TOROK AL FESTIVAL DI SPOLETO. INTERVISTA CON IL REGISTA. DA 'TAXIDRIVERS.IT'


Il contesto della storia e alcuni dettagli formali, come per esempio l’uso del bianco e nero per non dire dell’ambientazione rurale, mi hanno ricordato Il nastro bianco di Haneke. Con una differenza: lì al centro della scena c’erano le radici del male, qui le sue conseguenze. È un film che hai visto e che in qualche modo ti ha ispirato?
Sì, ho amato il film di Haneke, così come Ida di Paweł Pawlikowski. Il genere storico in bianco e nero, austriaco e polacco, è stato di grande ispirazione per me. Girare in bianco e nero non è facile, ma questo era il tipo di luce e lo stile che cercavo quando ho scritto la sceneggiatura e preparato le riprese.

martedì 10 luglio 2018

LA MORTE DI CARLO VANZINA. M. GIUSTI, Quel grande amore per la commedia, IL MANIFESTO, 10 luglio 2018

Con la scomparsa di Carlo Vanzina, che se ne è andato nella sua Roma a 68 anni, perdiamo molto di più del cantore dei Parioli, delle vacanze a Cortina, delle estati a Castiglioncello, dei mantecati de mamma, de sta papaja me se rinfaccia, delle finte bionde, degli yuppies, della viuuulenza dei terruncielli milanesi al ciento per ciento.
Perché Carlo, la metà esatta dei fratelli Vanzina, che non era solo un marchio di fabbrica di tutto un certo cinema, e che comunque ha firmato, sia col fratello Enrico come sceneggiatore sia come regista, la bellezza di 66 film, da Luna di miele in tre al recente Caccia al tesoro, remake di Operazione San Gennaro di Dino Risi, era tutto ciò che rimaneva della nostra grande commedia all’italiana degli anni ’50 e ’60.

domenica 8 luglio 2018

MORAVIA AL CALEIDOSCOPIO. RECENSIONE A "MORAVIA OFF" di LUCA LANCISE. M. FAGOTTO, 8 luglio 2018


Nella parola "caleidoscopio" troviamo tre parole: "bello", "forma" e "sguardo". Abbiamo tutti guardato attraverso questo oggetto curioso il comporsi, sul suo fondo, di tutte quelle innumerevoli forme colorate che la rotazione del tubo originava. Un gioco di riflessi infinito capace di generare arabeschi, composizioni astratte, simmetrie colorate.

"Fino alla fine del mondo" (W. Wenders, 1991)


Sopra Bertolucci, sotto Maselli in "Moravia off"

martedì 26 giugno 2018

RECENSIONE. AL MASSIMO RIBASSO. G. FERRARA, Quando il liberismo è il principio regolatore del mondo, IL MANIFESTO, 26 giugno 2018

È come il chiodo che unisce due assi Al Massimo Ribasso, il film di Riccardo Iacopino presentato oggi al Festival del Cinema della cooperazione sociale, tra gli eventi della XXIV edizione dell’Isola del Cinema. L’iniziativa abita l’isola Tiberina con la programmazione di eventi-tassello tra le diverse arti che confluiscono nel cinema, proprio come i rami di un fiume che questo scoglio nel Tevere fende: i diversi percorsi esplorati si uniscono con il proprio corredo di visioni ed esperienze. E in questa isola irrompe un festival che mette sotto i riflettori il mondo della cooperazione, cui una società sbranata dal neoliberismo affida sempre più spesso l’ultimo scampolo di un pensiero sulla interconnessione tra le persone, tra le persone e l’ambiente, tra le persone e il mondo come dovrebbe essere.

lunedì 11 giugno 2018

RECENSIONE LAZZARO FELICE. F. FERZETTI, Lazzaro felice, una favola lieve e straziante, l'espresso, 8 GIUGNO 2018

n ragazzo di campagna, troppo buono per stare al mondo, muore, risorge e scopre che il mondo è cambiato. Non necessariamente in meglio. Il terzo film della dotatissima Alice Rohrwacher condensa la tragedia dell’Italia moderna, ovvero modernizzata, in una fiaba lieve e straziante che rimescola con libertà poetica, umorismo e immagini sempre calde di stupore, le fonti più diverse. 

lunedì 21 maggio 2018

RESTAURATO 'ULTIMO TANGO A PARIGI'. INTERVISTA CON A. APRA'.Mitologia di un evento, ALIAS-IL MANIFESTO, 19 maggio 2018

Torna nelle sale solo per tre giorni Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, il 21, 22 e 23 maggio in versione rastaurata. Chi lo vide alla sua uscita nel 1972, lo ricorda nella magnifica luce appena offuscata dal fumo delle sigarette, allora si fumava tanto al cinema, aggiungeva un filtro supplementare alle ottiche. Era anche l’anno del gran pezzo dell’Ubalda, di Gola profonda, dei racconti di Canterbury, della Cagna e altrettanti film politici come il Caso Mattei di Rosi o Sbatti il mostro in prima pagina di Bellocchio.

giovedì 29 marzo 2018

DOVE NON HO MAI ABITATO di PAOLO FRANCHI. RECENSIONE DI M. FAGOTTO, 29 marzo 2018

   Già è difficile accettare la sfida e stare a sentire l’infelicità – sempre poco credibile- dell’alta borghesia in un’epoca dove l’alta borghesia è diventata altissima, distante come non mai da quel 99% che vedemmo stampato sui cartelli nelle manifestazioni anti-finanziarie appena qualche anno fa.
IMMAGINE TRATTA DA: http://materialiedesign.it/non-mai-abitato-3-motivi-vederlo/

sabato 10 marzo 2018

SOCIETA' AMERICANA E RAZZISMO. MOONLIGHT. P. BIANCHI, Recensione, CINEFORUM, 16 febbraio 2016

Per riuscire ad apprezzare l’importanza di un film come Moonlightbisognerebbe mostrare prima di ogni proiezione del film, quasi come se fosse una “premessa”, almeno la prima parte di uno splendido documentario uscito lo scorso autunno negli Stati Uniti e poi su Netflix: 13th di Ava DuVernay. Nel ricostruire la persistente eredità della schiavitù nell’America contemporanea la DuVernay – regista black tra le più politicamente raffinate e lucide in circolazione – descrive il momento in cui, nei primi anni Ottanta durante il boom dell’internamento carcerario delle comunità di afro-americani, la war on drugs di Reagan iniziò a diventare parte della cultura popolare. L’esempio più eclatante è il controversissimo show televisivo Cops, dove una telecamera segue dei poliziotti in servizio intenti nella ricerca e nell’arresto, spesso conditi con spettacolari colluttazioni, di piccoli criminali da strada. Bad boys, bad boys / whatcha gonna do, whatcha gonna do /when they come for you («Cattivi ragazzi, che cosa farete quando vi verranno a prendere?») si cantava nella sigla. E non è forse un caso che tutti questi “cattivi ragazzi” fossero sempre e sistematicamente neri.